Il cancro del colon-retto (cioè la parte finale dell’intestino) è tra i tumori più frequenti: è infatti il secondo tumore più diffuso nelle donne e il terzo negli uomini. In Italia si stimano ogni anno circa 19.500 casi nelle donne e 29.000 negli uomini.
La neoplasia è spesso conseguente ad una evoluzione di lesioni benigne (quali ad esempio i polipi adenomatosi) della mucosa dell’intestino, che impiegano un periodo molto lungo (dai 7 ai 15 anni) per trasformarsi in forme maligne.
Gli esami di screening
Il test di screening utilizzato nella quasi totalità dei programmi di screening è il test del sangue occulto nelle feci, eseguito ogni 2 anni nelle persone tra i 50 e i 69 anni. L’esame, estremamente semplice, consiste nella raccolta (eseguita a casa) di un piccolo campione di feci e nella ricerca di tracce di sangue non visibili a occhio nudo. Poiché le eventuali tracce di sangue possono essere un indizio della presenza di forme tumorali oppure di polipi che possono, in futuro, degenerare, è indispensabile eseguire l’esame di approfondimento .
Una piccola parte dei programmi di screening attivi in Italia utilizza al posto della ricerca del sangue occulto un altro esame di screening, la rettosigmoidoscopia eseguita una sola volta all’età di 58-60 anni.
Si tratta di un esame endoscopico, che consiste nella visualizzazione diretta, tramite una sottile sonda flessibile dotata di telecamera, dell’ultima parte dell’intestino (il sigma e il retto): è qui che si sviluppa infatti il 70% dei tumori del colon retto.
Gli esami di approfondimento
Nel caso di positività all’esame del sangue occulto nelle feci o alla rettosigmoidoscopia, i programmi di screening prevedono l’esecuzione di una colonscopia come esame di approfondimento. La colonscopia permette di esaminare l’intero colon retto.
Oltre a essere un efficace strumento diagnostico, la colonscopia è anche uno strumento terapeutico.
Nel caso venisse confermata la presenza di polipi, consente, infatti, di rimuoverli nel corso della stessa seduta.
I polipi rimossi vengono successivamente analizzati e, in base al loro numero, alle loro dimensioni e alle caratteristica delle loro cellule, vengono avviati percorsi terapeutici e di controllo ad hoc.
Esiste inoltre la Colonscopia virtuale. Questo esame rappresenta un’alternativa non invasiva con finalità diagnostiche alla colonscopia tradizionale in quanto non prevede l’utilizzo di nessuna sonda endoscopica, evitando al paziente qualsiasi fastidio o dolore generalmente avvertiti nel corso dell’esame convenzionale. E’ un esame radiologico dell’addome non invasivo con finalità diagnostiche, totalmente indolore, che permette una visione virtuale dal suo interno del lume del colon, simile alla visione reale che si ottiene con la colonscopia tradizionale. La colonscopia virtuale, al pari dell’esame tradizionale, permette di studiare ed osservare l’intestino(colon-retto) e le relative patologie o problematiche presenti quali tumori, polipi, diverticoli ecc. Oggi la Colonscopia Virtuale è una metodica particolarmente sicura e tollerata dal paziente e, grazie anche alla sua accuratezza, è ufficialmente riconosciuta anche come test per la prevenzione del cancro del colon-retto.